"Io ti accompagno" - L'aver cura di sé

C'è sempre stato un richiamo sottile tra me e la filosofia, che mi ha accompagnato nel corso degli anni a frequentarla prima con un percorso universitario e successivamente a riprenderla con un Master.

Ormai definitivamente grata a mio padre che ho accontentato, accogliendo più per mancanza di capacità d'impormi a lui che per accondiscendenza, diplomandomi in ragioneria, ho realizzato successivamente questa chiamata che riconosco ora, è sempre stata parte di me, o per meglio dire, l'altra parte di me.

Le sono molto grata e nonostante il pragmatismo che mi riconosco, mi ha accompagnato come  madre e padre rispettosi, a sviluppare una logica necessaria, a non saltare passi così che spesso mi ha obbligata a tornare indietro per vedere e rivedere ciò che non avevo compreso. E non è stato facile.

Tuttavia mi sono lasciata guidare, affascinata e rapita dalle sue declinazioni di pensiero, dalla possibilità di vedere le cose da molti aspetti che, alla fine, tutti avevano un senso ed erano propedeutici uno all'altro.

Nel dibattito della Consulenza filosofica, di cui riporto una breve e di sicuro incompleta introduzione qui sotto che arriva dal mio lavoro di fine Master, ognuno ha dato il suo contributo di che cosa sia e come possa essere messa al servizio del pubblico.

La mia idea è molto semplice e molto chiara e la definisco, ad ampliamento del mio ormai conosciuto "Io ti ascolto", come un "Io, ti accompagno".

Compito della filosofia e del consulente filosofico è quello di "prevenire", di dare strumenti di indagine attraverso l'analisi del pensiero che aiutino la persona ad individuare tutte le possibilità che la vita offre e che prima di prendere una decisione importante, sarebbe bene affrontare.

Un lavoro di cesello, che parte dall'identità dell'uomo - di cui spesso è difficile avere coscienza - e che attraverso le tre note fasi hegeliane, aiutino ad arrivare ad una panoramica chiara per poter aver "cura di sé" e operare la scelta migliore. 

La "cura del sé" è ormai ciò che mi attrae di più in questo periodo di sospensione dove mi sono trovata a cambiare rollino di marcia e a rallentare una vita, che vista con gli occhi di oggi, aveva certo un senso ma non mi permetteva di prendere le giuste distanze dal vivere una vita posta all'interno di ritmi scanditi e preordinati, al fermarsi e occuparsi, appunto, di aver cura di sé.

Scelte importantissime come formare una famiglia, mettere al mondo dei bambini, interrogarsi sul cosa significhi per ciascuno di noi questo "passare la vita con..." e "passare la vita a...", la responsabilità che implica o anche cambiare lavoro,  sono i macro-temi con cui ci dobbiamo spesso confrontare e che passati attraverso un setaccio, al fine di esaminare qualcosa con estrema cura, ci possono far conoscere meglio noi stessi, cosa è davvero importante per noi, cosa siamo disposti a lasciare e a cosa non possiamo rinunciare, come vediamo l'altro, se abbiamo cura dell'altro e soprattutto, che cura abbiamo per noi.

Se dal "terapeuta" si va per affrontare un problema, dal consulente filosofico si dovrebbe andare per "prevenire" quella difficoltà.

Certo, questo ci impegna ad incontrare anche parti scomode di noi, lati che non vorrebbero essere indagati ma l'essere uomo e donna ci chiedono di onorare quella parte in più che ci differenzia dagli altri regni e che fa di noi esseri unici, irripetibili e per chi si riconosce, a immagine e somiglianza di Dio.

Non è più il tempo di lasciarsi vivere, come foglie in balia del vento, ma di prendersi sempre più in mano e conoscersi. Se non per noi, per i nostri figli, per le generazioni future che ci chiedono di essere esempio e guide coerenti.

Quindi sollecito chiunque abbia le capacità di accompagnare le persone in questo viaggio interiore, al di là dei titoli conseguiti, si adoperi per farlo, prima indagando con onestà dentro sé stessi e poi portandolo fuori, al mondo e tutti coloro che sentono questa strada, come una via di crescita, di maturità e responsabilità.

Breve introduzione alla Consulenza filosofica*

Come Bert Hellinger è considerato il padre delle costellazioni familiari, la nascita della consulenza filosofica appartiene al lavoro di Gerd. B. Achenbach, filosofo tedesco nato in Germania nel 1947 e ad oggi docente presso l’Università di Lessing a Berlino e alla Nordsee Accademia di Leck.

Nel maggio del 1981 apre uno studio professionale di Consulenza filosofica e l’anno successivo fonda un’associazione di consulenti che chiama Gesellshaft für Philosophisce Praxis.

Questo sua creazione nasce dall’idea di trovare una nuova via che metta insieme l’utilità della filosofia, che può così uscire dal mondo accademico che la tiene lontana dalle problematiche dell’uomo comune immerso nella vita di tutti i giorni, insieme ad una alternativa alle professioni psicologiche, che rigide nella loro struttura terapeutica, confinavano il paziente dentro schemi fissi e preordinati.

Va inteso che per Achenbach, il consulente filosofico non è solo un esperto di filosofia ma pratica egli stesso la filosofia nella vita quotidiana.

Metodo di eccellenza è il dialogo filosofico e la persona che si rivolge ad un consulente filosofico non è mai un paziente o un cliente ma piuttosto un ospite o un consultante.

Una distinzione importante da fare è che la consulenza filosofica si differenzia dal counseling filosofico in quanto la prima non ha come fine ultimo quello di risolvere i problemi mentre il secondo si, in quanto è una relazione di aiuto.

Insieme alla persona che si rivolge a lui, indaga e approfondisce, quello che per tanti appare ovvio accompagnando la persona, che partirà da aspetti concreti della vita quotidiana e che dopo aver sperimentato su di sé l’effetto delle risposte emerse, si addentrerà con il suo aiuto, a interrogazioni più ampie sulla chiarificazione dell’esistenza. Quest’ultima esamina il rapporto che l’esistenza possiede con il suo universale. Un singolo evento dell’esistenza, come si relaziona all’universale a cui appartiene? Se io mi comporto in un certo modo perché credo sia bene, che io ne sia consapevole oppure no, attraverso il mio modo di vivere mi esprimo nella vita di tutti i giorni. Agisco così perché penso sia bene e questo mio modo di vivere appartiene alle categorie universali. Dietro alla vita delle persone c’è sempre una visione del mondo e quest’ultime, sono da sempre oggetto di indagine della filosofia.

Ecco quindi che la filosofia è strumento d’eccellenza al servizio dei problemi quotidiani e quindi dell’uomo tout-court.

Nonostante Achenbach sia universalmente riconosciuto come il fondatore della consulenza filosofica, si parla di questa non come qualcosa di completamente nuova, ma come una ripresa della tradizione antica rivisitata in chiave moderna.

Potremmo dire che ognuno di noi ha ricevuto una consulenza filosofica direttamente dai testi di filosofia. Ogni volta che leggiamo di filosofia e qualcosa si illumina dentro di noi risvegliandoci all’indagine, noi riceviamo una consulenza filosofica.

Martha Nussbaum[1] indica già nei Discorsi di Omero come essi siano considerati dei veri e propri rimedi in grado di curare le malattie dell’animo e successivamente, nelle tre principali scuole ellenistiche, l’Epicurea, la Stoica e la Scettica, lo sviluppo di una modalità terapeutica utile a curare i malesseri del pensiero.

Nel famoso Manuale, Epitteto scrive: “Gli uomini sono agitati e turbati, non dalle cose, ma dalle opinioni che eglino hanno delle cose. Per modo di esempio, la morte non è punto amara; altrimenti ella sarebbe riuscita tale anche a Socrate; ma la opinione che si ha della morte, quello è l’amaro. Per tanto, quando noi siamo attraversati o turbati, o afflitti, non dobbiamo però accagionare gli altri, ma sì veramente noi medesimi, cioè le nostre opinioni. Egli è da uomo non addottrinato nella filosofia l’addossare agli altri la colpa dei travagli suoi propri, da mezzo addottrinato l’addossarla a sé stesso, da addottrinato il non darla né a sé stesso né agli altri”.[2]

Peter Raabe[3], evidenzia come Richard Shustermann[4] sottolinei “come i filosofi ellenistici, Epicuro e Seneca, fra gli altri, obiettassero alla ricerca della conoscenza per sé stessa e attribuissero alla conoscenza un valore strumentale per qualcosa di più elevato, come la virtù o la felicità nella vita comune. Il movimento della consulenza filosofica è un tentativo di restituire la filosofia a questo ruolo come elemento sostantivo nel vivere la vita quotidiana”.[5]

Prosegue “… per Seneca la pratica della filosofia non è semplicemente un esercizio accademico, ma un mezzo con cui informare, mettere in guardia, guidare e istruire – in altre parole consigliare – se stessi e gli altri”.[6]

Ancora, John Dewey filosofo dell’educazione, scrisse agli inizi degli anni venti che: “la filosofia avrebbe dimostrato il suo vero valore solo quando avesse smesso di essere uno strumento per trattare i problemi dei filosofi e fosse diventato un metodo coltivato dai filosofi, per trattare i problemi degli esseri umani”.[7]

Infine: “Inoltre, è lecito pensare che alcuni filosofi nel corso dei secoli, spesso assunti dalle famiglie nobili come precettori ed educatori per i loro rampolli, abbiano avuto modo di offrire, oltre alla mera educazione e all’impartizione di saperi e nozioni, anche una qualche forma di Consulenza filosofica in merito alle più disparate vicissitudini esistenziali”.[8]

Intorno agli Cinquanta molti ideatori di nuove correnti psicoterapeutiche hanno incominciato a inserire elementi filosofici nei loro approcci. Parliamo di Carl Rogers, fondatore della terapia non direttiva e noto per i suoi studi di Counseling all’interno della psicologia umanistica, Viktor Frankl, fondatore dell’analisi esistenziale e della logoterapia, Albert Ellis, fondatore della Rational Emotive Behavior Therapy, considerato il precursore della terapia cognitivo-comportamentale. Con il loro apporto di fatto psicologia e filosofia hanno iniziato a fondersi insieme in modo indissolubile in una proficua interazione. Trovo interessante citare che Wayne Koestenbaum, poeta e critico letterario statunitense, riteneva che “molti pazienti trattati oggi con la terapia e la medicina tradizionale, sono in realtà persone che soffrono di disagi filosofici, anziché di malattie psicologiche”.[9]

Possiamo concludere riassumendo che la consulenza filosofica serve per aiutare il consultante a trattare questioni inerenti al valore della vita, ai valori etici, ad apprendere l’arte della vita accompagnando le persone a scegliere le cose migliori da fare, a chiarire ruoli e responsabilità dopo aver esplorato prospettive diverse. A riconoscere le opzioni possibili e a prevedere le conseguenze delle scelte che la società ci richiede costruendo una narrazione biografica coerente che guida l’uomo tra le sue convinzioni e la sua vita.

[1] Martha Nussbaum, nata Craven (New York, Stati Uniti, 1947), è una filosofa e accademica statunitense, studiosa di filosofia greca e romana, filosofia analitica, filosofia politica, etica, femminismo e diritti degli animali. 

[2] Epitteto, Manuale, Universale Economica Feltrinelli, Milano, 2018, pag. 18.

[3] Peter B. Raabe, (1949, Montabaur, Germania) filosofo e consulente filosofico.

[4] Richard Shustermann, (Stati Uniti), filosofo pragmatico americano.

[5] Peter B. Raabe, Teoria e pratica della consulenza filosofica. Idee fondamentali, metodi e casi di studio, Apogeo, Milano, 2006, pag. 4.

[6] Ivi, pag. 5

[7] Ivi, pag. 6

[8] https://isentieridellaragione.weebly.com/breve-storia-della-consulenza-filosofica.html

[9] Peter B. Raabe, Teoria e pratica della consulenza filosofica. Idee fondamentali, metodi e casi di studio, Apogeo, Milano, 2006, pag. 6.

* Tratto da Dina Tommasi, Lavoro di fine Master in Consulenza Filosofica e Antropologia esistenziale, Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, Roma, 2020, pag. 50

 

 


LUOGO:   Centro Studi Amasti Mondi in  Cesare Abba 4/3, Trento oppure su

                  piattaforma Zoom o Skype

 

COSTO:  il percorso può prevedere più incontri a secondo del tema e del tempo                        che l'argomento richiede.

                 Primo incontro conoscitivo Euro 50,00

                 Incontri successivi Euro 35,00

                 Gli incontri hanno durata di un'ora

               

PER PRENOTARE: Dina 347/6013646 o via e-mail info@amastimondi.i